Gabriella d’Albertas e il cammino verso l’antifragilità

Nella foto Gabriella d’Albertas tra Paola e Marco, ospite del Centro Avanì

Domenica 19 febbraio Gabriella d’Albertas è stata ospite del Centro Avanì di Villarbasse per una conversazione a partire dal suo libro, scritto insieme a Giuseppe Vercelli, «Antifragili. Fai della fragilità il tuo punto di forza e dell’incertezza un cavallo di battaglia» (Urra Feltrinelli, 2021). Numerosi sono stati i temi trattati, tra i quali la modalità con la quale gestire i cambiamenti inaspettati e quelle situazioni che collocano le persone oltre la propria zona di comfort, e le emozioni che possono esprimere un enorme potenziale anche quando sono difficili da gestire.

La struttura del libro richiama il manuale, con gli esempi e le domande per l’autovalutazione, e non è un caso perché gli autori operano professionalmente nel campo della crescita interiore: Giuseppe Vercelli, psicologo e psicoterapeuta, è specializzato nella ricerca della prestazione nella pratica sportiva (collabora con la Juventus e con la Federazione italiana sport invernali) e ha ideato il modello Sfera per «allenare gli atleti a vedere la possibilità di vittoria proprio nei momenti di difficoltà», mentre Gabriella d’Albertas, coach e counselor con approccio ipnotico-costruttivista, «accompagna le persone a liberarsi dai condizionamenti e dalle convinzioni che ostacolano la loro realizzazione».

Il volume ha un approccio diretto e concreto. Ci si muove su tre piani: la realizzazione di sé, la dimensione del successo, la spiritualità. Il primo aspetto individua gli elementi cardine dell’atteggiamento antifragile: la «certezza dell’incertezza», il superamento dei condizionamenti e delle «catene del passato», la curiosità e il pensiero creativo, con l’obiettivo di «mettere la nostra felicità davanti a tutto, senza confondere il nostro bene con l’egoismo». Questa parte approfondisce le scelte fondamentali della vita: relazioni di coppia, famiglia, studio, lavoro, ricchezza, amicizie.

Vi è poi un’altra parte dedicata alla prestazione sportiva, al «coraggio di vincere» e al successo che si ottiene con «una vita incentrata sui nostri veri valori, su relazioni autentiche e non di facciata, su affetti profondi, sull’ascolto attento delle nostre esigenze, sull’espressione dei nostri talenti».

Infine il libro imbocca la strada della spiritualità denunciando il «pensiero egoico» che ci induce a «credere che la felicità sia il risultato della soddisfazione dei desideri» ma, dicono gli autori «questo è un assunto falso che ci condanna a essere infelici», mentre «la spiritualità ci ricorda che la nostra natura non è materiale e transitoria, ma infinita ed eterna»; il nostro obiettivo, allora, «deve essere quello di espandere la nostra consapevolezza fino ad abbracciare la nostra natura divina, al di là dell’identificazione con il nostro piccolo sé».

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